Cos’è il Modello organizzativo 231
Il modello organizzativo 231, che prende il nome dal Decreto Legislativo 231 entrato in vigore nel 2001, consiste in un insieme di regolamenti e procedure che indicano come le aziende devono essere strutturate e come devono essere gestiti i relativi processi interni. Attraverso l’adozione di un Modello 231 le organizzazioni possono diminuire il rischio di commettere illeciti. Inoltre, le organizzazioni che predispongono questo modello correttamente e lo aggiornano costantemente vengono esentate dalla responsabilità amministrativa nel caso di reati commessi da soggetti che appartengono ad esse.
Il Decreto Legislativo 231/2001, che ha introdotto la responsabilità penale per gli enti, indica che le aziende private sono punibili per illeciti commessi dalle persone che svolgono ruoli di rappresentanza, gestione e amministrazione, entità organizzative autonome e infine persone soggette alla direzione e vigilanza (dipendenti). I reati, invece, che rientrano nel decreto sono diversi, tra questi i reati societari, i reati ambientali, i crimini informatici, i reati contro la salute e la sicurezza sul lavoro, i reati contro la Pubblica Amministrazione, il riciclaggio di denaro, l’abuso di informazioni privilegiate.
Modello 231 e il whistleblowing in Italia
Modello 231 e Direttiva UE sul Whistleblowing
I provvedimenti dell’Unione Europea hanno sempre costituito un input fondamentale per lo sviluppo della cultura di compliance aziendale e, più specificamente, della pratica del whistleblowing. Il più recente passaggio è rappresentato dall’emanazione della Direttiva UE 2019/1937 che mira a stabilire una politica comune di segnalazione delle violazioni del Diritto Europeo negli Stati membri.
I destinatari della nuova normativa sono molteplici: sono infatti coinvolti sia il settore pubblico che quello privato. La Direttiva istituisce nuovi benchmark essenziali che dovranno essere osservati anche in ambito di segnalazioni 231. E infatti si profilano nuovi standard di efficienza sia sotto il profilo della gestione della segnalazione, che sotto il profilo della tutela del whistleblower.
Lo Stato italiano era chiamato a recepire la Direttiva europea entro il 17 dicembre dell’anno 2021. Il provvedimento, però, non è giunto entro il termine previsto. L’iter è stato ripreso con la Legge di delegazione europea, emanata in data 4 agosto 2022 ed entrata in vigore in data 10 settembre 2022. Tra le varie direttive oggetto della Legge vi è anche la n. 1937/2019 Protezione degli individui che segnalano violazioni delle norme comunitarie. Il 9 dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo recante attuazione del recepimento della Direttiva e il 12 dicembre è stato pubblicato lo schema di decreto legislativo. Ora si dovrà attendere l’entrata in vigore ufficiale della legge, il cui termine è ora previsto per il 10 marzo 2023.
Le differenze tra il Modello organizzativo 231 e la Direttiva UE 2019/1937
- La Direttiva si rivolge sia ad enti pubblici che ad enti privati, mentre la responsabilità degli enti da reato ex D.lgs. 231/01 trova applicazione esclusivamente nei confronti di enti collettivi privati;
- L’oggetto della segnalazione: che per la direttiva include le condotte di violazione del diritto europeo, in svariati ambiti (appalti pubblici, riciclaggio, ambientale, sicurezza, ambiente, salute pubblica, etc.);
- L’obbligatorietà: la Direttiva impone lo sviluppo dei canali di segnalazione agli enti con un numero di dipendenti superiore a 250 (e, a partire dal dicembre dell’anno 2023, di 50), mentre l’adozione di un Modello organizzativo è facoltativa;
- I canali di segnalazione: mentre il D.lgs. 231/2001 prevede uno o più canali di segnalazione, purché almeno uno garantisca la riservatezza dell’autore. La Direttiva dispone che siano sviluppati canali di segnalazione interna, oltre a canali di segnalazione esterna, gestiti da enti pubblici, e canali di segnalazione strettamente pubblici (in caso di ostruzionismo).
Componenti del Modello 231
Il Modello 231 si articola in diverse componenti chiave:
- Codice Etico: Un documento che definisce i valori e i principi etici fondamentali dell'azienda.
- Organismo di Vigilanza (OdV): Un organismo indipendente incaricato di monitorare l'efficacia e l'applicazione del Modello.
- Procedure Operative: Un insieme di procedure dettagliate che descrivono le attività operative dell'azienda, progettate per prevenire comportamenti illeciti.
- Sistema Disciplinare: Un sistema di sanzioni per coloro che violano le norme stabilite dal Modello.
Implementazione del Modello 231
L’implementazione del Modello 231 richiede un approccio strutturato che comprende diverse fasi:
- Analisi dei Rischi: Identificazione e valutazione dei potenziali rischi di reato associati alle attività aziendali.
- Definizione delle Procedure: Sviluppo e documentazione delle procedure operative e dei protocolli di controllo.
- Formazione del Personale: Educazione e formazione dei dipendenti sui principi del Modello e sulle procedure da seguire.
- Monitoraggio e Revisione: Attività di monitoraggio continuo e revisione periodica del Modello per garantirne l'efficacia nel tempo.
Conclusioni
Il sistema di segnalazione whistleblowing del Modello 231
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